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F-35: ecco i dati che smentiscono la Difesa

F-35-JSF-Pentagon-Report-1Anche se lo spazio sui grandi giornali è stato davvero limitato, la presentazione del Documento Programmatico Pluriennale della Difesa sta comunque riportando un po’ di attenzione sul caso dei caccia F-35. Il motivo? Con i numeri che si desumono da tale documento risulta evidente come della riduzione chiesta con le mozioni parlamentari di settembre 2014 non ci sia assolutamente traccia…

Il DPP della Difesa ha quindi immediatamente stimolato la reazione della Campagne “Taglia le ali alle armi”: mancanza di trasparenza e non rispetto della volontà popolare al centro delle critiche. Parallelamente alcune forze politiche hanno attaccato direttamente la Ministro Pinotti, chiedendone le dimissioni proprio in virtù delle scelte effettuate sul programma e sancite dai documenti appena diffusi. Una pressione forte sulla Difesa che, tradendo un po’ di nervosismo, ha sentito il dovere di rispondere, pur senza mai citare la Campagna, alle prese di posizione ed ai dati del mondo NOF35.

Prima di addentrarci in tali numeri è interessante notare la valenza di questo tipo di risposta. Perché se da un lato (quello delle mobilitazioni della società civile) vengono posti dei problemi concreti e definiti, dall’altro il tenore della risposta è del tutto vago e utilizza i soliti giri di parole propri della politica, con accuse di strumentalizzazioni e prevenzioni non meglio specificate. E soprattutto non dimostrate.

Ma un numero il comunicato della difesa se lo concede, rivendicandolo come l’elemento che dovrebbe sostanziare la reale diminuzione degli acquisti e quasi sfidando il movimento pacifista a considerarlo un “risultato” ottenuto. Si tratta della definizione della quota complessiva di aerei da acquisire entro il 2020: secondo il DPP e la presa di posizione successiva saranno 38. Pochi? Tanti? Dipende… perché il problema è come al solito la mancanza di memoria rispetto ai passi precedenti del Programma. Andando infatti a recuperare la pianificazione, elaborata dallo Stato Maggiore della Difesa, successiva alla decisione del ministro Di Paola di diminuire da 131 a 90 il numero complessivo dei velivoli per l’Italia si svela facilmente il bluff. La tabella (che potete vedere qui sotto e che era stata già pubblicata da Analisi Difesa nel luglio 2013) mostra chiaramente come già da circa due anni il numero di F-35 che l’Italia ha in conto di acquistare per le prime fasi del progetto, cioè fino a 2020, fosse di 38 (39 se si considera la versione in minima parte modificata di qualche mese dopo)!  E l’aritmetica delle elementari chiarisce facilmente che questa non si possa definire una “riduzione”…

Tabella SMD F35

Lo stesso dicasi per il confronto fatto con la programmazione originaria: certamente se si vanno a riesumare gli accordi del 2007, ma che in maniera ovvia non possono essere più validi per tutti i ritardi del Programma, la riduzione esiste: da circa 95 aerei allo stato di previsione attuale. Ma se pur tale confronto dovesse ancora avere senso, molto debole peraltro, certo il merito non lo si potrebbe attribuire al Governo Renzi in quanto tale vecchia pianificazione era già stata spazzata via anche dalle prime ipotesi di riduzione, datate 2012, del Segretariato Generale della Difesa (vedi tabella sottostante).

tabella SGD F35

 

Il programma F-35 nel DPP 2015-2017 

Il Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa del triennio 2015 2017 ha finalmente definito l’ammontare degli investimenti per lo sviluppo dei vari sistemi d’arma del Ministero. Tra questi ovviamente il programma Joint Strike Fighter dei caccia F-35.

Secondo i dati diffusi l’onere di spesa per i velivoli F-35 sul 2015 sarà di 582,7 milioni di euro. Non deve trarre in inganno nell’Allegato di dettaglio (C 13/31) la suddivisione tra impegni precedenti, predisposizioni infrastrutturali e consolidamento dei ritorni industriali. Nella sostanza sono circa 500 i milioni destinati all’acquisizione dei velivoli (sia dei lotti già iniziati che di quelli futuri) mentre la quota restante è relativa ad infrastrutture ed industria.

Il totale complessivo configura quindi una crescita di circa 220 milioni di euro rispetto alla spesa del 2014, nella versione già abbassata a seguito della spending review del Governo Renzi, con un aumento percentuale del 62%. Rispetto invece a quanto il precedente Documento Programmatico ipotizzava per l’anno 2015 si ha una flessione di circa 60 milioni cioè una discesa del 10%.

Più di queste grezze considerazioni non ci si può addentrare nel dettaglio del programma JSF, perché la Difesa è molto succinta e scarna negli Allegati pubblicati, che non diffondono in realtà tutti i dati di dettaglio che potrebbero invece chiarire la situazione in maniera definitiva. Nell’esporre i costi vengono poi infatti anche confusi e mischiati i dati di acquisizione dei velivoli (che sono una cosa) e quelli di predisposizione e prime fasi di sviluppo del programma (che sono preliminari a tutto). Per risolvere i grattacapi di analisti e per garantire una maggiore trasparenza a Parlamento ed opinione pubblica il Ministero della Difesa potrebbe produrre le tabelle di dettaglio specifico sul Programma che in passato ha sempre allegato alle Tabelle specifiche sulla Difesa nella legge di bilancio dello Stato ma che invece sono sparite, come denunciato in maniera inascoltata da “Taglia le ali alle armi”, per quanto riguarda la Stabilità approvata a fine 2014. Solo con tali Tabelle aggiornate e a piena disposizione di tutti si potrebbero compiere tutte le considerazioni precise relativamente agli impegni assunti ed i soldi spesi realmente, sia per quanto riguarda le fasi di predisposizione sia per quanto riguarda le fasi di acquisto degli aerei.

Dal Documento Programmatico 2015-2017 presentato si rendono comunque evidenti, in maniera ufficiale, due elementi molto problematici: la comparsa di un’ulteriore spesa di ben 360 milioni per la realizzazione della MRO&U di Cameri (che va a sommarsi agli 860 milioni già spesi per la FACO) e soprattutto, disattendendo quindi quanto previsto delle mozioni Parlamentari di settembre 2014, il mantenimento della cifra complessiva per l’avvio dell’acquisizione e supporto logistico. Cioè dei soldi destinati all’acquisto effettivo degli aerei.

Anche DPP del 2015 restano infatti stimati a riguardo oneri complessivi per circa 10 miliardi di euro (completamento al 2027) così come già previsto nel documento dell’anno scorso.

 

Quanto è costato finora il programma F-35?

Gli oneri previsti per l’Italia sia per quanto riguarda le prime tre fasi preliminari del programma che per le predisposizioni e costruzioni nazionali possono essere così riassunti (cifre espresse in milioni con valore nominale dell’epoca):

 

in Dollari USA

In Euro

CDP

10,00

8,50

SDD

1028,00

1190,00

PSFD

904,00

695,00

Totali

1942,00

1893,50

Predisposizioni nazionali

 

500,00

Costruzione FACO

 

800,00

Costruzione MRO&U

 

360,00

TOTALE COMPLESSIVO

 

3553,50

 

Se si tiene conto, oltre alle fasi internazionali di partecipazione, anche dello stanziamento di circa 860 milioni di euro (dato confermato dal DPP 2015) dedicato alla costruzione e predisposizione dell’impianto FACO di Cameri (NO) si ottiene dunque un totale generale per le fasi di “non-acquisto” a circa 3,5 miliardi di euro.

Un costo preliminare ed indipendente rispetto a qualunque decisione sull’acquisto dei velivoli.

A tali accordi di partecipazione si deve far fronte con stanziamenti annuali, la cui serie storica si può ricostruire grazie alle edizioni di Nota Aggiuntiva al Bilancio della Difesa (per il 2013 è stato introdotto il Documento di Programmatico Pluriennale), a partire dall’anno 2003:

Stanziamenti per F35. Anni 2003-2015 in milioni di euro

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

Totale

107,3

126

118,8

148,7

127,8

94,8

47,1

158,9

468,6

548,7

500,3

359,1

582,7

3388,8

Fonte: Nota aggiuntiva Bilancio Difesa e DPP del 2013, 2014, 2015

Questi dati si riferiscono a flussi effettivi finanziari e sono quindi di natura differente da quelli proposti in precedenza. In particolare comprendono anche i costi di acquisizione per i primi velivoli della serie italiana (costi iniziati a partire dal 2011): almeno 8 quelli confermati definitivamente più diversi altri pezzi di pre-produzione per i lotti successivi.

Il costo confermato da contratti di sola acquisizione degli aerei, desunto da documenti ufficiali del Dipartimento della Difesa USA, ammonta ad oggi per l’Italia a circa 900 milioni di euro