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Economia solidale e sociale

Per costruire un futuro migliore, non bisogna andare lontano. Solo riconoscere che il modello di economia e di sviluppo che ci è stato imposto negli ultimi decenni non funziona ed anzi ha provocato quelle storture e quella crisi che oggi viviamo. Solo riconoscendo questo fallimento e cambiando paradigma potremo trovare soluzioni e strade nuove, verso una società ed un’economia più giuste ed includenti.

Le energie e le soluzioni le troviamo già attorno a noi, in tutti quegli attori di economia solidale e sociale che già ora garantiscono un tessuto forte e dinamico pur nelel difficoltà. Sto parlando delle cooperative (sociali e non) che garantiscono servizi e welfare sui vari territori, delle associazioni che operano per la cultura e la cura, dei gruppi di acquisto solidale e dei distretti di economia solidale capaci di riattivare circuiti produttivi rispettosi di persone ed ambiente, della piccola distribuzione organizzata che ha saputo valorizzare le produzioni “a chilometro zero”, delle botteghe del commercio equo e solidale che da anni sperimentano forme di scambio che non abbiano come principale obiettivo il profitto.

Senza dimenticare tutte quelle azioni che possono e devono essere messe in pista da attori pubblici locali e territoriali: in particolare la gestione dei beni comuni territoriali (acqua, territorio, paesaggio) che possono e devono diventare anch’essi sostegno e sicurezza per le comunità.

Con tutte queste esperienze, con tutti queste richhezze di persone ed organizzazioni si potrà davvero tracciare e costruire un futuro migliore per tutti. La sintesi ideale del tipo di proposta che ho in mente (e che ho cercato di costuire nel mio agire di questi anni) la trovo efficacemente riassunta nel Manifesto per un’economia sociale che 40 personalità di varia estrazione e ruolo hanno recentemente lanciato all’attenzione della politica nazionale. Leggetelo! Io lo sottoscrivo pienamente e vale la pena trarre degli spunti concreti dall’analisi e dalle proposte lì fatte. Perché si tratta di una “messa a fuoco chiara di una prospettiva di cambiamento – basata su esperienze e pratiche concrete – finalizzata a smuovere l’agenda politica e a trovare soluzioni sostenibili ai gravi problemi che attanagliano l’Italia”. E per quanto mi sarà possibile cercherò di fare in modo che tali contenuti siano considerati nella definizione dei programmi in vista delle prossime elezioni politiche.

 

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