home Eventi e presentazioni, Parole e notizie Un mondo senza armi non è un’utopia

Un mondo senza armi non è un’utopia

da “Il Cittadino” di Lodi (versione online) un riassunto della serata di approfondimento del 12 settembre scorso a partire da “Armi, un affare di Stato”.

Al Rotary arriva il pacifista Vignarca: «un mondo senza armi non è un’utopia»

Armi un affare di Stato

È un’utopia pensare a un mondo senza armi, ma non lo erano forse anche il suffragio universale o l’abolizione della schiavitù? «Dobbiamo iniziare a camminare in questa direzione, a fare i primi passi per arrivare ad un mondo più giusto, migliore»: Francesco Vignarca, intervenuto all’incontro del Rotary Club giovedì sera, è un pacifista convinto, ma le sue ragioni meritano di essere ascoltate anche da chi, legittimamente, ritiene che la potenza bellica sia necessaria per mantenere gli equilibri internazionali. Nel suo libro, “Armi, un affare di stato” (ed. Chiarelettere), spiega infatti di come sia indispensabile che gli stati trovino un accordo per regolamentare l’uso di armi: di quelle di distruzione di massa, ma anche delle armi leggere, che nel mondo causano un morto ogni sessanta secondi. L’autore ha ribadito questo problema giovedì sera, quando ha raccontato dell’enorme mercato che si nasconde dietro alle guerre, «Troppo spesso – ha detto citando le parole di Papa Francesco -, nate semplicemente dalla necessità di trovare un utilizzo e un banco di prova per gli armamenti». Vignarca ha quindi smontato la tesi di chi vede l’industria bellica come una fonte occupazionale, dimostrando come gli stessi soldi, investiti nella sanità o nell’istruzione, porterebbero a un numero di posti di lavoro superiore: «Un miliardo investito in armamenti porta a 11mila posti di lavoro, mentre nell’istruzione a 18mila» ha chiarito. Anche a chi sostiene l’importanza dello sviluppo bellico come punto di partenza per nuove tecnologie, ha risposto che la ricerca diventa veramente utile alla società quando è diffusa, non quando è appannaggio esclusivo di comparti militari. Produrre armi, quindi, non solo non è eticamente corretto, ma è anche sconveniente a livello economico: «Si spendono miliardi all’anno in armamenti – ha detto Vignarca -. Anche in Italia, pur con tutti i problemi economici che ci assillano, stacchiamo assegni incredibili senza fiatare, per comprare cacciabombardieri o carri armati»

 

Articolo originale al link http://www.ilcittadino.it/p/notizie/cronaca_lodi/2013/09/13/ABkFj54C-pacifista_rotary_arriva_vignarca.html