Il servizio si apre con le dichiarazioni di Guido Crosetto (Ministro della Difesa) che motiva l’aumento degli investimenti nella Difesa non come una richiesta della NATO, ma come una necessità di garantire la difesa del Paese a causa di preoccupazioni e di un “gap grande” da recuperare il più velocemente possibile.
Il servizio prosegue con l’intervista a Francesco Vignarca dell’osservatorio Mil€x sulle spese militari italiane:
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Definizione della spesa: La spesa militare non include solo il bilancio della Difesa, ma anche fondi esterni (come 1,2 miliardi di euro dal MEF per le missioni militari o fondi dal Ministero per l’industria made in Italy).
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Quota sul PIL: La spesa militare totale si attesta intorno al 5% del PIL, divisa tra un 3,5% di spese “pure” e un 1,5% di spese “indirette”.
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Previsioni e Crescita:
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Per il 2026 si prevede una spesa vicina ai 34 miliardi di euro, con una crescita di oltre il 2% rispetto all’anno precedente.
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La crescita prevista sul decennio è del 45%.
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Acquisto di Armamenti: Oltre 13 miliardi di euro sono destinati all’acquisto di nuovi sistemi d’arma, una quota che sfiora il 40% della spesa totale.
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Negli ultimi 5 anni si è registrato un incremento di oltre il 60% per l’acquisto di nuovi armamenti, spesso non europei.
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Impatto futuro: Ci si aspetta un aumento complessivo di 23 miliardi di euro nel triennio 2026-2028. Questi fondi saranno probabilmente reperiti attraverso il taglio di altre voci del bilancio dello Stato, in particolare quelle sociali, come sottolineato anche da Eurispes e dal Fondo Monetario Internazionale.
L’Italia sta aumentando significativamente gli investimenti in Difesa e armamenti per motivi di sicurezza nazionale, ma questa crescita è destinata a incidere su altre voci di spesa pubblica. Il servizio di Pietro Barabino