home Parole e notizie Il manifesto della Marcia della Pace è immagine vera della guerra

Il manifesto della Marcia della Pace è immagine vera della guerra

Alcune mie considerazioni, riprese da AdnKronos

“Polemiche su cosa? Su un manifesto che era stato utilizzato dal 1999 per la Marcia speciale dedicata alla guerra in Jugoslavia? Mi sembra veramente assurdo”.

Così all’Adnkronos Francesco Vignarca, Coordinatore delle Campagne nella nuova Rete Italiana Pace e Disarmo, all’indomani delle polemiche suscitate dal manifesto creato in occasione della Marcia della Pace PerugiAssisi di domani, nel quale vi è una madre con in braccio un bimbo e vi sono due proiettili (uno bianco e uno nero) che si incrociano, con la dicitura ‘Fermatevi’.

“La questione è che quell’immagine mostra come è veramente la guerra – spiega Vignarca – qualcosa che accerchia civili, i civili sono in mezzo alla guerra, sono le persone che noi da sempre vogliamo proteggere, preservare da un conflitto armato che li vede vittime. Quindi purtroppo la guerra non è come la vogliono dipingere alcuni: un film hollywoodiano dove ci sono i buoni e i cattivi, la guerra è una situazione in cui davvero i civili sono accerchiati, i proiettili fischiano sulle teste da ogni parte indipendentemente dalla situazione, da chi c’è da una parte e chi c’è dall’altra, i civili sono sempre in mezzo”.

“Mi viene in mente una definizione che è vecchia ma molto attuale della guerra, la fece Smedley Butler, generale dei marine degli Stati Uniti degli anni 30, che scrisse ‘The war is racket’, la guerra è mafia, la guerra è organizzata apposta per preservare tutta una serie di poteri e interessi e chi ci va di mezzo, diceva Butler, sono i civili, ma anche i militari che sono costretti a partecipare a una dinamica che non porta a nulla, perché alla fine nessuno vince la guerra perché porta solo dolore, distruzione, odio che si protraggono anche per degli anni. Dal nostro punto di vista sembra veramente insensato che si vada a fare un ragionamento sul manifesto o sulla pallottola, quando i problemi sono altri“.

“Vorrei evidenziare inoltre che coloro che magari si sono trovati d’accordo sul fatto che non si facciano partecipare gli atleti o paratleti russi alle varie iniziative sportivi, non mi sembra che abbiano detto nulla quando all’inizio di marzo, guerra in corso, anche le nostre aziende delle armi hanno partecipato ad una fiera delle armi in Arabia saudita dove erano presenti anche le industrie di armi russe. – evidenzia Vignarca – Fatemi capire: gli atleti no, ma partecipare ad una fiera delle armi con i produttori di armi di Putin, che hanno prodotto e garantito in questi ultimi anni il riarmo del suo esercito che ha permesso di compiere questa invasione criminale, quello va bene. A me sembra farneticante“.

“Abbiamo condannato tutte le guerre e continueremo a condannare tutte le guerre e tutti coloro che fanno le guerre – conclude Vignarca – e forse questo dà fastidio. Non c’è stata la stessa indignazione quando erano le nostre armi che permettevano i bombardamenti in Afghanistan o nello Yemen, non se lo ricorda più nessuno”