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Giornata contro i test nucleari: intervista alla RadioTelevisione Svizzera

Intervento di Francesco Vignarca (Coordinatore Campagne della Rete Italiana Pace e Disarmo) alla RadioTelevisione Svizzera, in occasione della Giornata Internazionale contro i Test Nucleari. Anche a nome della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN, Premio Nobel per la Pace 2017). Per ricordare la situazione degli arsenali nucleari del mondo e ribadire la necessità di un completo e globale Disarmo Nucleare.

In questi giorni il Segretario ONU Guterres ha affermato: “Nella Giornata internazionale contro i test nucleari, il mondo parla con una sola voce per porre fine a questa eredità distruttiva. Quest’anno ci troviamo di fronte a un allarmante aumento della sfiducia e delle divisioni a livello globale. In un momento in cui quasi 13.000 armi nucleari sono stoccate in tutto il mondo – e i Paesi stanno lavorando per migliorarne la precisione, la portata e il potere distruttivo – questa è una ricetta per l’annientamento dell’umanità. Un divieto giuridicamente vincolante sui test nucleari è un passo fondamentale nella nostra ricerca di un mondo libero da armi nucleari. Il Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT), sebbene non sia ancora in vigore, rimane una potente testimonianza della volontà dell’umanità di sollevare l’ombra dell’annientamento nucleare dal nostro mondo, una volta per tutte. In nome di tutte le vittime dei test nucleari, invito tutti i Paesi che non hanno ancora ratificato il Trattato a farlo immediatamente, senza condizioni. Poniamo fine ai test nucleari per sempre”.
Anche la campagna “Italia Ripensaci” (promossa da Rete Pace Disarmo e Senzatomica) si unisce all’appello di Guterres a favore del CTBT nell’ambito del percorso di disarmo nucleare glbale previsto dalla campagna Ican con il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari TPNW. L’Italia ha ratificato il CTBT e positivamente continua ad affermare quando sia importante e cruciale, ma dovrebbe dirlo con maggiore forza anche ai suoi alleati che no lo hanno ancora ratificato, tra cui gli Stati Uniti.