Un gruppi di esperti mondiali sul commercio internazionale di armi ha espresso sostegno alla Relatrice speciale dell’ONU Francesca Albanese e al suo Report alle Nazioni Unite: “Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio”
Oltre venti tra i maggiori esperti mondiali di commercio di armi hanno diffuso oggi una dichiarazione a sostegno della Relatrice speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese e, in particolare, del suo recente Report dal titolo “From Economy of Occupation to Economy of Genocide” (Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio), che rivela le aziende complici del genocidio a Gaza e analizza la natura e le conseguenze di tale complicità.
Questo sostegno riflette l’importanza, la qualità e il rigore del lavoro di Francesca Albanese in un momento in cui è fatta oggetto di attacchi senza precedenti e ingiustificati da parte dei Governi statunitense e israeliano. Anziché attaccare senza fondamento questo documento fondamentale e la sua stimata autrice, questi Stati, e tutti i Paesi, dovrebbero applicare e far rispettare con urgenza tutti i controlli sulle esportazioni di armi, che devono portare a una cessazione immediata delle vendite di armi a Israele mentre il genocidio continua.
TESTO DELLA LETTERA
Il commercio di armi è descritto come un business che conteggia i propri profitti in miliardi, mentre le sue perdite si misurano in vite umane. In nessun altro luogo ciò è stato più evidente che durante il genocidio perpetrato a Gaza con la partecipazione attiva dei governi occidentali e dei loro produttori di armi, delle aziende tecnologiche e di varie altre società private. Questi produttori hanno registrato un aumento significativo dei profitti e dei prezzi delle proprie azioni, mentre decine di migliaia di palestinesi sono stati massacrati utilizzando i loro prodotti. La Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, Francesca Albanese, ha pubblicato un rapporto sul ruolo delle aziende nel genocidio. Il lavoro dal titolo “From Economy of Occupation to Economy of Genocide” (Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio) è un documento approfondito, dettagliato, accurato ed estremamente importante che mette a nudo la complicità delle aziende nel genocidio in corso.
Il rapporto identifica i produttori di armi tradizionali complici, nonché le aziende tecnologiche il cui coinvolgimento nella guerra in generale, e in particolare nella sorveglianza e nell’individuazione degli obiettivi, è cresciuto in modo esponenziale: mentre le aziende israeliane Elbit Systems e Israel Aerospace Industries (IAI) occupano un posto di rilievo, lo stesso vale per i colossi occidentali dell’industria degli armamenti, Lockheed Martin e l’azienda anglo-italiana Leonardo, insieme a molte altre che forniscono il materiale militare che ha causato i massacri di Gaza. Inoltre, come chiarisce il rapporto, queste aziende consentono che i loro prodotti siano “testati in battaglia” nei territori palestinesi occupati (OPT) e basano le loro successive strategie di marketing sui danni devastanti causati. Il Rapporto sottolinea anche la rete di intermediari che rendono possibile questo commercio di armi, dalle società legali, di revisione contabile e di consulenza, ai commercianti di armi, agli agenti e ai broker, ai fornitori di robotica come la giapponese FANUC Corporation e ai fornitori di servizi logistici come A.P. Moller – Maersk A/S.
Le aziende tecnologiche, in particolare, sono diventate protagoniste del conflitto. Nel contesto di Gaza, Palantir ha svolto un ruolo centrale nell’individuazione mirata di individui, famiglie e gruppi. Molte altre aziende, tra cui IBM, Microsoft, Amazon e Alphabet, forniscono una serie di servizi all’esercito israeliano che contribuiscono alla perpetrazione del genocidio. Il Rapporto suggerisce che oltre 1.650 aziende private siano complici nella sola produzione di un unico sistema d’arma: il jet da combattimento F-35. Ciò indica una rete di complicità aziendale di dimensioni molto più vaste. Questa include istituzioni finanziarie, società di consulenza globali, aziende energetiche, logistiche e di attrezzature, tra cui entità ben note come Caterpillar, BNP Paribas, Barclays, Allianz, Chevron, BP, Petrobras e A.P. Moller-Maersk A/S.
A seguito della straordinaria decisione del Governo statunitense di sanzionare la signora Albanese e di chiedere le sue dimissioni, nonché dei tentativi di sopprimere il suo eccellente Rapporto, noi, in qualità di esperti leader nel commercio di armi a livello globale, desideriamo esprimere il nostro forte sostegno alla signora Albanese e la nostra assoluta fiducia in quello che consideriamo un Rapporto accurato dal punto di vista forense e di cruciale importanza, e chiediamo alle Nazioni Unite di respingere le richieste irrazionali e sconsiderate dei governi statunitense e israeliano, i partecipanti più attivi al genocidio in corso a Gaza.
È inaccettabile per noi che i produttori di armi, con il sostegno dei loro governi, violino i propri controlli interni sulle esportazioni di armi, gli accordi regionali e internazionali come la posizione comune dell’UE sulle esportazioni di armi e il Trattato internazionale sul commercio delle armi, nonché le loro responsabilità ai sensi dei Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, che implicano le più gravi norme giuridiche internazionali. Chiediamo che i controlli sulle esportazioni di armi siano applicati a livello nazionale, regionale e internazionale, il che deve portare alla cessazione immediata delle vendite di armi a Israele fintanto che il genocidio continua. Appoggiamo quindi l’appello del Gruppo dell’Aia a impedire la fornitura o il trasferimento di armi, munizioni, carburante militare, attrezzature militari correlate e beni a duplice uso a Israele, compreso il transito, l’attracco e la manutenzione delle navi, ed esortiamo tutti gli altri Stati a fare lo stesso.
FIRMATARI DELLA LETTERA
Jeff Abramson Senior Non-Resident Fellow, Center for International Policy, US
Ray Acheson Director, Reaching Critical Will programme at Women’s International League for Peace and Freedom (WILPF), US
Charles O. Blaha Senior Advisor, DAWN; Former State Department Official, US
Tariq Dana Associate Professor of Conflict Studies, Doha Institute for Graduate Studies, Qatar
Wendela de Vries Co-founder, Stop Wapenhandel, Netherlands
Andrew Feinstein Author ‘The Shadow World: Inside the Global Arms Trade’, Executive Director, Shadow World Investigations. UK/South Africa
Jürgen Grässlin Author, ‘Black Book Arms Trade: How Germany Profits from War’, Germany
Jeff Halper Author: “War Against the People: Israel, the Palestinians and Global Pacification”; Director, The Israeli Committee Against House Demolitions (ICAHD), Israel
William Hartung Senior Research Fellow, Quincy Institute for Responsible Statecraft, US
Shir Hever Scholar of Israel’s Political Economy, Germany
Roy Isbister Chief, Arms Unit, Saferworld, New Zealand/UK
Daryl G. Kimball Executive Director, Arms Control Association, US
Hans Lammerant Arms Trade & Business & Human Rights Expert, Belgium
Antony Loewenstein Author ‘The Palestine Laboratory’, independent journalist and filmmaker, Australia
Shana Marshall Assistant Research Professor, Elliott School of International Affairs at the George Washington University, US
Nancy Okail President and CEO, Center for international Policy, US
Sam Perlo-Freeman Research Coordinator, Campaign Against Arms Trade, UK
Paul Rogers Emeritus Professor, Peace Studies, Bradford University, UK
Laëtitia Sédou Project Officer, European Network Against Arms Trade, Belgium/France
Frank Slijper Arms Trade expert at PAX, Netherland
Emma Soubrier Director, Pathways to Renewed & Inclusive Security in the Middle East (PRISME), France
Anna Stavrianakis Professor of International Relations, Sussex University, UK
Francesco Vignarca Campaigns Coordinator, Italian Peace and Disarmament Network, Italy
Sarah Leah Whitson Executive Director, DAWN, US