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Disarmo nucleare, Roma pronta al primo attacco

Voto alla Camera, il Governo: “Noi coinvolti con aerei e basi NATO”. Un articolo di Alessia Grossi per Il Fatto Quotidiano.

Non solo adesione totale alla dottrina Nato sulla deterrenza nucleare, ma anche sottomissione acritica al “primo uso” nucleare attraverso le basi Usa in Italia e aerei e piloti addestrati all’uso di ordigni nucleari.

Questo è lo stato dell’arte sul nucleare italiano rivelato dalla Commissione Esteri della Camera che mercoledì ha bocciato la risoluzione presentata – a prima firma dell’on. Laura Boldrini – a favore del disarmo nucleare che prende le mosse dalla campagna “Italia Ripensaci” nell’anniversario dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki. “In passato altre risoluzioni avevano già proposto l’avvicinamento dell’Italia al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (Tpnw) sulle questioni umanitarie e una presenza dell’Italia alle riunioni internazionali. Pur essendo votate, il governo non aveva mai proceduto, questa volta addirittura ha cercato di abbassare il livello della risoluzione che chiedeva di procedere verso l’esclusione di un ‘primo uso nucleare’, spiega al Fatto Francesco Vignarca, Coordinatore Campagne Rete Pace e Disarmo.

“La risposta data dalla Commissione – continua Vignarca – non è solo deludente perché sottolinea l’aderenza alla dottrina della deterrenza della Nato escludendo che un Paese che ne fa parte come il nostro possa aprire un dibattito interno sul tema, in un momento di crisi geopolitica internazionale come quello che stiamo vivendo, ma per la prima volta si fa riferimento alla partecipazione italiana alla missione di deterrenza nucleare della Nato tramite “assetti a doppia capacità”, cioè aerei e piloti addestrati all’uso di ordigni nucleari, confermando quindi un contributo nazionale finora sempre smentito (e nemmeno definito in termini di impatto finanziario) al meccanismo del nuclear sharing atlantico”.

Il riferimento è alle basi nucleari statunitensi sul suolo italiano, così come agli F-35. “Un segreto di pulcinella” ammette Vignarca, ma che tuttavia rappresenta “un’ammissione politicamente significativa, che avviene senza che nel Paese si sia mai svolto un vero dibattito parlamentare e pubblico su questa forma di compartecipazione diretta alle strategie nucleari dell’Alleanza”. Una vera e propria ammissione da parte dell’Italia che i nostri assetti sono già coinvolti e soprattutto che siamo non solo un Paese ospitante, ma parte integrante della dottrina di deterrenza e “primo uso”. 

Accettare come inevitabile questa impostazione (che rende evidente come dietro la parola “deterrenza” si celi invece un vero e proprio “ricatto” con le armi più distruttive della storia) significa rinunciare all’autonomia politica su un tema che riguarda direttamente la sicurezza e i valori costituzionali dell’Italia, come ricordato da Mattarella al Bundestag”, conclude Vignarca, che promette che “Rete Pace e Disarmo continuerà a lavorare per una nuova stagione di cooperazione sul disarmo”