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Fiere di armi con pandemia

Idex 2021. Altro che Covid. Le mostre militari dilagano: in corso Idex, ad Abu Dhabi, con il made in Italy; a giugno due mercati a Vicenza e a La Spezia; a novembre Edex in Egitto, sponsor Fincantieri

C’è un settore che non si è mai fermato nemmeno davanti alla pandemia mondiale. È quello della produzione di armamenti. Che adesso riapre i battenti con le fiere di armi. Lo testimonia l’apertura in pompa magna in questi giorni di Idex 2021 la fiera delle armi di Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti. Il principale appuntamento mediorientale per le aziende del comparto armiero insieme alla gemella mostra della difesa navale Navadex ospita 70mila visitatori.

È il primo evento di questo tipo gestito dopo l’epidemia Covid-19, un fatto che ha costretto gli organizzatori a prevedere procedure sanitarie di accesso complesse (controllo di sintomi e tamponi a ritmo serrato) mitigate però dalla decisione straordinaria da parte delle autorità sanitarie emiratine di esentare i visitatori internazionali della fiera dalla quarantena prevista per tutti gli altri viaggiatori.

Le industrie italiane sono in prima fila alla fiera Idex di Abu Dhabi con la presenza di tutti i principali gruppi (Leonardo, Fincantieri, Iveco Defense Vehicles, Elettronica) oltre a una rilevante serie di imprese più piccole alcune anche legate alla produzione di armi leggere e munizioni, tra cui spicca la Fiocchi. La pattuglia italiana è guidata da Aiad (la Federazione delle aziende italiane dell’aerospazio e la difesa) cioè la Confindustria delle armi. La quale avrebbe fatto trapelare alla stampa di settore di voler essere presente ad Ide per poter ribadire «l’affidabilità» dell’apparato industriale italiano a poche settimane dalla decisione governativa di revocare le licenze per l’esportazione di bombe e missili aereo verso Arabia Saudita e gli stessi Emirati Arabi.

Secondo Aiad rendersi disponibili a continuare a vendere armamenti ai regimi autoritari della penisola araba sarebbe una «dimostrazione della serietà dell’Italia». A noi pare invece che, al contrario, certifichi solo l’intenzione di continuare a portare avanti i propri affari armati in barba ai criteri della legislazione italiana ed internazionale sul commercio di armamenti e l’evidente impatto devastante che le armi “made in Italy” hanno sui conflitti e le violazioni di diritti umani nella regione.
Ma quella di Idex è solo la «prova generale» per tutte le fiere di questo settore che sono rimandate dal 2020 ai prossimi mesi di quest’anno. Tra queste spicca l’egiziana Edex (Egypt Defence Expo) che si terrà a partire dal 29 novembre. Sarà la seconda edizione di questa fiera ideata e voluta da Abdel Fattah al Sisi, con una particolarità rilevante ed inquietante: il principale sponsor di Edex è Fincantieri.

L’azienda italiana a controllo statale capitanata da Giuseppe Bono si è infatti aggiudicata il ruolo di «Headline Sponsor». E questo nonostante le note controversie tra Roma e il Cairo per l’omicidio di Giulio Regeni e l’arresto di Patrick Zaki e di centinaia di attivisti per i diritti umani.

Una investitura guadagnata grazie alla velocità con cui il governo italiano ha rilasciato la licenza per esportare all’Egitto le due fregate Fremm multiruolo che erano destinate alla Marina militare italiana.
Ma anche l’Italia avrà le sue fiere di armi. La prima sarà Hit Show che si terrà a Vicenza dal 5 al 7 giugno e raduna gli appassionati di «armi comuni» (difesa personale, caccia, tiro sportivo, ecc.), ma anche le forze di polizia e i contractors di vari Paesi europei.

La seconda è ancor più rilevante: è Seafuture che si terrà a La Spezia dal 14 al 17 giugno prossimi. Un evento al quale sono state invitate le marine militari dei «paesi emergenti» alle quali l’Italia intende vendere le navi dismesse dalla nostra marina militare così che anche loro possano impratichirsi. «Business is business». E non si ferma, nemmeno davanti alla pandemia.

(di Giorgio Beretta e Francesco Vignarca – Rete italiana pace e disarmo per il Manifesto)