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Patrick Zaki: la forza dei prigionieri di coscienza e la debolezza della ragion di stato

A dieci anni dalle proteste di piazza Tahrir che propiziarono la caduta della dittatura trentennale di Hosni Mubarak, l’Egitto è stretto nella morsa della restaurazione militare guidata dal Presidente Abdel Fattah al-Sisi.
La deriva autoritaria è testimoniata dalle migliaia di prigionieri di coscienza torturati, spariti e reclusi nelle carceri egiziane. Ciò nonostante, il regime insediato al Cairo è diventato un interlocutore privilegiato della politica estera italiana per la stabilizzazione del Mediterraneo, nonché primo acquirente di armamenti made in Italy per un valore pari a 871,7 milioni di euro nel 2019.
Sullo sfondo del prolungamento indefinito della custodia cautelare di Patrick George Zaki, studente egiziano dell’Università di Bologna arbitrariamente arrestato il 7 febbraio 2020 e da allora trattenuto illegalmente in detenzione preventiva nel carcere di Tora, e dell’impunità calata sull’assassinio di Giulio Regeni, il rafforzamento delle intese economiche e militari con l’Egitto getta un’ombra pesante sulla linea di condotta tenuta dal Governo italiano.

Ne parliamo giovedì 11 marzo, alle ore 20.45, con:

– Elisabetta Brighi (Professoressa di Relazioni Internazionali, University of Westminster)
– Beatrice Brignone (Segretaria di Possibile)
– Laura Cappon (Giornalista, Rai 3)
– Riccardo Noury (Portavoce di Amnesty International Italia)
– Francesco Vignarca (Coordinatore Rete Italiana Pace e Disarmo)
– Marco Vassalotti (Autore di “Voglio solo tornare a studiare”, ed. People)

L’evento è organizzato dal Comitato Calamandrei di Firenze e moderato da Alessandro Tinti.

#FreePatrickZaki
#StopArmiEgitto

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