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Papa Leone XIV ci indica la strada per costruire la pace

Dopo l’udienza con i Movimenti popolari per la pace, il coordinatore nazionale della Rete descrive il cammino indicato dal Pontefice “fatto di azioni di politica nonviolenta e di preparazione delle istituzioni”. Prevost ci dice che la “pace che non è solo accordo tra i grandi della terra, ma è veramente quella pace positiva che vuol dire diritti per tutti”. Mia intervista per Radio Vaticana (e Vatican News)

Intervista a cura di Francesca Sabatinelli

 

Leone XIV è in ascolto di tutto un mondo che cerca di costruire la pace, un mondo che è allargato e che va oltre, se vogliamo, i confini delle realtà solo cattoliche. Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne della Rete Italiana Pace e Disarmo, era in prima fila nella Sala Clementina all’udienza del Pontefice ai membri dei Movimenti popolari per la pace. “Averci ricevuto – indica Vignarca – è un segno cruciale e importante. Leone, continua il percorso iniziato con Francesco e culminato l’anno scorso nell’Arena di pace di Verona”, appuntamento organizzato proprio dai movimenti sociali per la pace che oggi erano presenti in Vaticano. Il Papa, prosegue, indica “l’importanza di raggiungere la pace attraverso gli esempi della nonviolenza e la nonviolenza come metodo e stile, cioè non solo una pace evocata, ma una pace costruita quotidianamente con azioni di politica non violenta e di preparazione delle istituzioni. Molto bella la frase in cui dice: se vuoi la pace prepara istituzioni di pace”.

 

Cuori e menti allenati

Per il coordinatore delle campagne della Rete Italiana Pace e Disarmo, ciò che Leone dimostra con le sue parole è la necessità di “partire da persone che magari sono state toccate dalla violenza”, come Maoz Inon e Aziz Sarah, israeliano il primo, palestinese il secondo, anche loro ricevuti dal Papa nella Sala Clementina, e anche loro presenti a Verona lo scorso anno, quando furono abbracciati da Papa Francesco. Sono loro che, nonostante il dolore, “vogliono lavorare per il dialogo”. Laddove il Papa indica che il “cammino verso la pace richiede cuori e menti allenati”, Vignarca vede la possibilità di ricostruire proprio partendo da persone come Moaz e Aziz, da coloro cioè che anziché essere i più lontani dall’ incontro, sono coloro che dimostrano cosa si significhi allenare il cuore alla pace. Per allenare le menti alla pace, occorre invece “preparare le istituzioni”, poiché la pace non è “cosa che scoppia per caso, e la nonviolenza non è solo predisposizione personale, è costruzione di un percorso politico. La pace va costruita giorno per giorno facendo scelte concrete e quotidiane”.

 

Pace significa diritti per tutti

La voce di Leone è fondamentale, così come lo era quella di Papa Francesco, prosegue Vignarca, soprattutto quando si “entrava nel merito dei meccanismi della costruzione della guerra, delle armi che portano al conflitto e quindi della necessità del disarmo”. Centrale è quindi la continuità indicata sin dall’inizio dal Papa, dal giorno della sua elezione, così come significativo è che “Leone abbia voluto incontrarci subito. È stato bello poi vedere nella Sala Clementina tutti coloro che si occupano di disarmo, di nonviolenza, tutti insieme in quella convivialità di differenze che don Tonino Bello richiamava come centralità per la pace”. Essenziale, in conclusione, è stato che Papa Leone abbia richiamato alla necessità di partire dal basso, dai movimenti popolari, per costruire una “pace che non è solo accordo tra i grandi della terra, ma è veramente quella pace positiva che vuol dire diritti per tutti”. 

 

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