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Carrellata sulle recenti notizie #F35

JOINT F35-2I recenti problemi tecnici con conseguente sospensione dei voli di tutti gli F35 da parte del Pentagono hanno rilanciato l’attenzione sulla questione anche in Italia. Eccovi una carrellata di articoli di questi giorni nei quali è presente anche la mia voce…

 

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Centosessanta milioni per non volare: “E continuiamo a comprare F-35”

Un aereo su tre non vola, problemi tecnici, limiti di affidabilità e test ignorati: il progetto F-35 ha fallito. Il Pentagono ammette: “Non sono sicuri”. Ma l’Italia “continua a comprarli”

F35, che fallimento: ma l’Italia li ha già acquistati

Hanno provato a far finta di nulla. Hanno inviato dieci raccomandazioni e sollecitazioni ai responsabili del progetto. Hanno cercato di venderli a scatola chiusa e qualcuno – Italia in primis – ci è anche cascato. Poi, alla fine, come un fulmine in un cielo già non tanto sereno, l’ammissione inevitabile: “I Joint Strike Fighter F-35 non sono sicuri”. Problema mica da poco per quello che, nelle intenzioni, doveva essere il gioiellino tecnologico della difesa dello zio Sam. Problema mica da poco per un giocattolino costato – dollaro più, dollaro meno – la bellezza di centosessanta milioni. Problema mica da poco anche per chi – sempre Italia in primis – ha fatto la corsa all’acquisto ordinandone prima centotrenta, poi novanta, per trovarsi ora con un contratto in mano e un enorme punto interrogativo sull’affidabilità del prodotto.

Gioia, comunque vana, invece per chi all’acquisto si è opposto sin dall’inizio. Come i creatori della campagna “Taglia le ali alle armi”, che dal 2009 dice no all’acquisto dei cacciabombardieri F-35. “Il programma Joint Strike Fighter non è maturo, ha grossi problemi tecnici che hanno costretto allo stop anche il Pentagono. Eppure noi italiani, contro ogni logica, stiamo già comprando gli F-35″, ha commentato all’Adnkronos Francesco Vignarca, portavoce della protesta.

“Il fallimento del programma F-35 – ha proseguito Vignarca – è dimostrato anche da una lunga serie di intoppi tecnici nelle strutture e nell’affidabilità degli aerei. Oggi solo un F-35 su tre vola, mentre due aerei sono a terra, fermi negli hangar per manutenzione. Morale: si compra roba che fa fatica a volare”.

Insomma, non è un problema solo di soldi. Anzi. “I fallimenti dell’F-35 – ha chiarito  Vignarca – non riguardano più solo l’aspetto dei costi, forse il primo a giungere all’attenzione del grande pubblico. La spirale negativa dei problemi tecnici è infatti lampante. Solo per ricordare alcune questioni: un aereo che dovrebbe essere ‘stealth’ – ‘invisibile – attualmente è di un ordine di grandezza più rumoroso degli aerei che dovrebbe sostituire, in particolare la versione ‘B’ ad atterraggio verticale dei Marines”. Conti alla mano: centosessanta milioni di dollari per fare un passo indietro. 

Inoltre, lo sviluppo di software per l’aereo, “come sottolineato dal report del Pentagono di inizio anno, è sempre più in ritardo e ciò a propria volta ha un impatto negativo sulla capacità di completamento di sviluppo e test in volo. Solo nel 2015 il pacchetto software sarà pronto per una capacità operativa iniziale come da tempo richiesto e desiderato proprio dal Corpo dei Marines”.

Vignarca ha quindi evidenziato il Rapporto Gao, Government accountability office, dello scorso aprile, che “si concentra principalmente sullo sviluppo del software ormai considerato il vero tallone d’Achille del progetto”. E ha spiegato che “problemi di software persistenti hanno rallentato i test relativi ai sistemi bellici del velivolo, quelli di navigazione, di puntamento e di riconoscimento”. Sostanzialmente un progetto a scatola chiusa. E sempre più in alto mare.

“Che la situazione stia in un altro universo rispetto alle rassicurazioni di chi gestiste il Programma Jsf – ha attaccato il portavoce di ‘Taglia le ali alle armi’ – ce lo dice chiaramente la conclusione del documento del Pentagono. Solo tre delle precedenti dieci raccomandazioni di miglioramento inviate al programma con i precedenti rapporti sono state adeguatamente affrontate. Per le altre, che comprendono i test per il supporto logistico Alis e quelli riguardanti gli armamenti, sono ancora in attesa”.

E, paradossalmente, la situazione peggiora giorno dopo giorno. “Altri problemi sorgono, tanto è vero – ha fatto notare Vignarca – che il team di Michael Gilmore, direttore dei test e delle operazioni di valutazione del Pentagono, ha inoltrato ben nove ulteriori raccomandazioni, tra cui quella di pianificare realisticamente i test di integrazione futuri con una metrica di stabilità del software orientata all’uso in missione. Queste ulteriori raccomandazioni – ha concluso – dovranno essere gestite ed affrontate con l’acqua alla gola per non aver ancora risposto in maniera soddisfacente alle precedenti”. Ma non sembra esserci fretta: qualcuno li ha già comprati.

Link originale > http://www.today.it/politica/italia-acquisto-f-35-rotti.html

 

Gli Usa bloccano gli F-35, Taglia le ali alle armi: “Il programma sia cancellato”

Dopo la notizia diffusa dal governo statunitense della sospensione dei voli per problemi tecnici, si torna a chiedere la “totale cancellazione del programma”. Vignarca: “Renzi e Pinotti facciano chiarezza”

“La sospensione tutti i voli della flotta F-35 dimostra ancora una volta come la scelta del governo italiano di continuare la partecipazione al programma Jsf sia insensata e inutile per il nostro Paese”. Così una nota della campagna “Taglia le ali alle armi” accoglie la notizia arrivata oggi dagli Stati uniti sul blocco dei voli dei cacciabombardieri a causa di un incendio divampato su uno dei caccia. Una notizia diffusa dal pentagono proprio il 4 luglio, giornata di festa nazionale negli Stati uniti, su un programma che sin dagli inizi è stato fortemente criticato non solo per i costi, ma anche per i continui problemi tecnici riscontrati sugli stessi caccia.

Al governo Renzi, per l’ennesima volta, la campagna “Taglia le ali alle armi” chiede la “totale cancellazione del programma”. “Da anni la nostra mobilitazione fornisce le motivazioni politiche e tecniche che dimostrano invece la necessità di una cancellazione immediata dell’acquisto degli F-35 – spiega la nota -, posizione che ribadiamo con forza anche in seguito alle notizie odierne. Di fronte ai problemi ed alle evidenze di incidenti quali sono i veri motivi che impediscono un cambio di rotta da parte del Governo Renzi?”. Al governo, la campagna torna a chiedere un incontro urgente col presidente del Consiglio Matteo Renzi e col ministro della Difesa Roberta Pinotti, per “conoscere i motivi per cui il nostro governo mantiene aperta l’ipotesi di acquisto dei caccia F-35 quando ne sono chiari i problemi”.

Per la campagna, sono diverse le ragioni che rendono insensato l’acquisto dei caccia. Oltre alla questione etica (“in un momento di acuta crisi economica – spiega la nota – i fondi pubblici andrebbero spesi per lavoro, scuola, welfare, sanità e non per armamenti”), ci sono anche ragioni “costituzionali”, perché si tratta di un mezzo di attacco e non di difesa e non per ultime le ragioni economiche: “la spesa per i caccia già oggi ammonterebbe a 14 miliardi complessivi, senza contare i costi di mantenimento”. Non reggono, per i responsabili della Campagna, neanche le ragioni “occupazionali. “I posti di lavoro derivanti da così tanti miliardi sono pochi – continua la nota – e molto meno di quanti promessi: non è la maniera più efficiente per usare fondi pubblici”.

Per quanto riguarda i caccia acquistati dall’Italia e il futuro del programma, la situazione è “un po’ confusa”, spiega Francesco Vignarca, coordinatore Rete Disarmo e portavoce della campagna. Sebbene il ministro abbia comunicato giorni fa la sospensione del programma con soli sei F-35 già acquistati definitivamente, i dubbi riguardano alcuni possibili anticipi che il nostro paese avrebbe già sottoscritto. “Non è chiaro se oltre ai primi sei già acquistati, ci siano degli anticipi per altri quattro o sei aerei – spiega Vignarca -. Noi da tempo chiediamo un incontro col ministro per avere un chiarimento in merito. Al di là della questione politica, quello che ci interessa è che venga chiarito lo stato dell’arte in modo puntuale sugli anticipi. Non è mai stato detto a che punto siamo e se i contratti di anticipo obbligano al completamento o no”. Domande che la Campagna rivolge nuovamente al governo, mentre invita le realtà aderenti e i sostenitori della mobilitazione a “premere sul governo con un’azione anche sui social network, utilizzando l’hashtag #F35diteciperché”.(ga)

Link originale > http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/464120/Gli-Usa-bloccano-gli-F-35-Taglia-le-ali-alle-armi-Il-programma-sia-cancellato

 

Visori imperfetti e motore rovente ecco le falle del super-aereo

ILTABÙl ‘ha infranto, una volta e per tutte, il colonnello Michael Pietrucha, pilota veterano di F-15 e analista per il giornale dell’Aeronautica americana. Ha paragonato l’F-35 al Comanche, l’innominabile, un elicottero Stealth progettato per essere talmente fantastico che alla fine, dopo 22 anni di lavoro avviato, il Pentagono decise di rinunciarvi. I tecnici avevano scoperto che se il Comanche avesse caricato tutte le apparecchiature previste dai progettisti, non si sarebbe nemmeno alzato in volo. Il colonnello Pietrucha si è chiesto se non sia il caso di pensare a un’archiviazione definitiva anche per il progetto “Joint Strike Fighter”, così da evitare di gettare via i soldi dei contribuenti Usa in tempi di budget magri.

«Invece che un caccia affidabile, operativo in grande quantità dal 2014, l’F-35 continua ad arrivare tardi e costa più del previsto », scrive il colonnello, segnalando che «ritardi del programma, prestazioni insufficienti, costi in crescita» si uniscono a una concezione strategica superata e dovrebbero spintutti, gere a «riesaminare la partecipazione dell’Air Force al programma ». Il Joint Strike Fighter è un aereo concepito in tempi di Guerra Fredda che — scrive il colonnello Pietrucha — ha come missione quella di penetrare le difese antiaeree più avanzate e lanciare ordigni teleguidati sugli obiettivi critici di un avversario di pari forza. Ma a seconda degli scenari ipotizzati, sostiene l’analista, la US Air Force sarebbe indebolita schierando un solo modello di caccia. Il giudizio è senza appello: l’aereo ha avuto troppi guai, offre performance modeste. Insomma, è il progetto nel suo complesso che suscita dubbi, anche fra gli esperti canadesi, olandesi, australiani, persino britannici.

Gli incidenti di gioventù, dicono i tecnici, sono comuni per tutti gli aerei, tanto più se sofisticati come i caccia computerizzati di quinta generazione. Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, invita a non considerare preoccupanti gli incidenti delle scorse settimane. «Tutti gli aerei hanno avuto guai all’inizio: ricordo il prototipo N° 6 dell’Eurofighter, che precipitò nel 2002, costringendo i piloti a lanciarsi. Venti giorni fa è successo lo stesso a un Sukhoi russo. Ma io sono sicuro: i problemi tecnici verranno risolti dal primo all’ultimo».

In realtà però la serie di difficoltà tecniche registrata dall’F-35 fa davvero pensare che il progetto sia nato sotto una cattiva stella. O, per essere più prosaici, che le ambizioni dei progettisti siano poco proporzionate alle reali capacità produttive. «I problemi che nascono non vengono sistemati prima che ne sorgano di nuovi. Non ci possiamo permettere una inaffidabilità complessiva come quella mostrata dal progetto F-35. Anche chi non è pacifista dovrebbe chiedere un riesame del programma», taglia corto Francesco Vignarca, portavoce della campagna “Tagliamo le ali alle armi”.

Quando la Lockheed ripara il sistema di aggancio difettoso per i jet destinati alle portaerei, spuntano limitazioni nei visori del casco di comando. Mentre si lavora sulla vulnerabilità verso il maltempo — quasi una beffa per un aereo che si chiama Lightning , fulmine — saltano fuori addirittura crepe nella fusoliera, indice di debolezza strutturale. E mentre si cerca di venire a capo dei problemi rilevati nel sofisticatissimo software di gestione, bisogna ripensare anche al motore Pratt & Whitney, rumorosissimo, che nella versione a decollo corto arriva al punto da “fondere” l’asfalto delle piste e anche in quella “tradizionale” si scalda fino a rischiare di prendere fuoco, come nell’ultimo incidente.

C’è chi, come Vincenzo Camporini, ex capo di Stato maggiore della Difesa, sottolinea a ragione che è un bene scoprire in anticipo tutti questi problemi, perché ai tempi dell’F-104 i guai tecnici costavano la vita ai collaudatori. Ma alla fine lo stillicidio di difetti e aggiustamenti progressivi, con i costi sempre in crescita, spinge a chiedersi se il vantaggio strategico stimato del caccia di quinta generazione valga effettivamente la spesa, o se invece non sia già stato colmato dalle industrie dei possibili “avversari”.

Tanto più che la tecnologia Stealth dell’F-35, tanto segreta che gli americani non si fidano nemmeno di farla conoscere all’alleata Italia, potrebbe essere — dicono gli esperti — già finita in mano ai cinesi, pronti a renderla superata prima ancora che sia operativa.

 

Link originale > http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/07/05/visori-imperfetti-e-motore-rovente-ecco-le-falle-del-super-aereo12.html?ref=search