Il 13 febbraio si è tenuto a Cagliari, nei locali comunali della Mediateca del Mediterraneo, l’incontro dibattito “Le campagne della società civile per la pace e il disarmo: il caso RWM in Sardegna”.
di Carlo Bellisai, tratto da Azione Nonviolenta
L’evento, che ha visto la partecipazione di un centinaio di persone è stato organizzato dalla Tavola Sarda della Pace, rete di organizzazioni pacifiste della quale il Movimento Nonviolento Sardegna è una costola importante.
Il principale relatore era Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana Disarmo, coadiuvato da Franco Uda per la Rete della Pace. Hanno risposto alle domande del giornalista Piero Loi.
L’incontro pubblico è stato aperto da alcune esibizioni di importanti artisti sardi, che hanno voluto aderire al nostro appello per la pace ed il disarmo: Elena Ledda, accompagnata dalla chitarra di Mauro Palmas ha cantato una canzone contro la guerra, Virginia Siriu di Teandric – Teatro Nonviolento ha recitato il soliloquio “Sono una bomba.” *
Vignarca ha esposto le cifre delle guerre e la progressione delle spese mondiali per gli armamenti. Quindi ha parlato in modo più approfondito sulla guerra della coalizione guidata dall’Arabia Saudita contro lo Yemen, ovvero la parte di quel tormentato paese a maggioranza sciita. Le vittime di questa guerra, così come di tutte le guerre contemporanee, sono soprattutto i civili, che pagano non solo la morte sotto i bombardamenti, ma anche le conseguenze di questi: la mancanza di acqua potabile, la distruzione delle vie di comunicazione verso i presidi sanitari, l’epidemia di colera, la fame, il terrore. Sono tutti elementi distruttivi portati dalla guerra e che moltiplicano il numero delle vittime . L’Italia e la Sardegna non sono estranee a questo massacro, in quanto le bombe sganciate dagli aerei da guerra sauditi vengono prodotte proprio qui, fra Domusnovas e Iglesias, ex zona mineraria e con il record di disoccupazione.
E’ Franco Uda che ricorda come ci sia in Sardegna un vero e proprio ricatto occupazionale e come questo attiri le produzioni inquinanti, pericolose e mortifere. Questo può creare un apparente conflitto fra i movimenti pacifisti e disarmisti e i lavoratori della RWM, mentre in realtà l’idea della riconversione è l’unica speranza per la popolazione locale. La Rheinmetal, multinazionale degli armamenti con sede a Berlino, di cui RWM Italia è la succursale nostrana, può decidere di traslocare quando vuole e continuare la sua produzione in Sud Africa, o direttamente nella penisola arabica.
Vignarca precisa che l’allargamento dei reparti della fabbrica dell’Iglesiente e il campo prove rispondono al forte incremento dell’attività produttiva, per far fronte a delle ordinazioni in crescita verticale per i prossimi cinque anni, per i quali si prevede quindi una recrudescenza o un allargamento rispetto agli scenari attuali. Inoltre, precisa Vignarca, “le armi non sono come le mozzarelle: non hanno data di scadenza e possono essere rivendute anche a distanza di anni”. Ne consegue che molti armamenti, vuoi per intenzione dei governi, vuoi per frode di un funzionario, finiscano nelle mani di gruppi terroristici, legati ad Al Qaeda. Le armi sono una produzione tossica, che non porta nessuna crescita ed è una statistica accertata che il 40% della corruzione mondiale sia legata al mercato delle armi.
Entrambi i relatori hanno rimarcato la necessità di essere positivi e propositivi nel mettere in luce il ricatto lavorativo in atto, in un’area economicamente depressa. L’opinione pubblica è più informata al riguardo, rispetto a pochi anni fa, grazie alle molteplici iniziative promosse dal Comitato per la Riconversione RWM e da numerose altre organizzazioni e reti, locali ed internazionali.
Il dibattito è stato partecipato e a messo in luce altri aspetti, come quelli legati alle servitù militari e alle mancate bonifiche dei territori inquinati. Bilancio positivo per un’iniziativa che non vuole essere estemporanea, ma inserirsi in un percorso che impegni tutto l’anno i gruppi, associazioni e movimenti che si sono riuniti attorno alla Tavola Sarda della Pace. Andiamo avanti insieme!
Restiamo anche in attesa della sentenza del TAR sul ricorso contro l’ampliamento della fabbrica, prevista per mercoledì 20 febbraio.
* Tratto dal libro di Carlo Bellisai “Sulle rive di un mare di plastica” – Editrice La città degli dei.