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Leonardo, quel possibile conflitto di Carta

Legge 185 Rete Disarmo: la provenienza dai servizi segreti incompatibile con la vendita di armi

Sul fronte delle nomine c’è un’obiezione che viene avanzata a proposito del generale Luciano Carta alla presidenza di Leonardo: il suo essere un militare e che, soprattutto, proviene dall’Aise, l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, la nostra intelligence internazionale. Carta la dirige dal gennaio del 2018 e dal 2017 ne è stato il vicedirettore. Oggi viene nominato a guidare la principale società italiana di produzione e vendita di armi.

Secondo la Rete Italiana per il Disarmo si tratta di un conflitto di interessi a norma della legge 185 del 1990 che regola l’export di armamenti. Carta, spiega l’associazione, passerebbe “da un ruolo rilevante e attivo nei meccanismi di controllo e autorizzazione all’export di prodotti militari a quello di vertice della principale azienda militare italiana (destinataria del 67% delle autorizzazioni complessive rilasciate nel 2018)”.
“NON abbiamo nulla contro il generale Luciano Carta dal punto di vista personale – spiega Francesco Vignarca coordinatore della Rete – e non abbiamo motivo di dubitare in nessun modo della sua condotta nel corso delle sue funzioni ai vertici di Aise, ma richiamiamo a un rispetto della legge”. L’articolo 22 della 185/90 (“Divieti a conferire cariche”) precisa che “i dipendenti pubblici civili e militari, preposti a qualsiasi titolo all’esercizio di funzioni amministrative connesse all’applicazione della presente legge nei due anni precedenti alla cessazione del rapporto di pubblico impiego non possono, per un periodo di tre anni successivo alla cessazione del rapporto stesso, a qualunque causa dovuta, far parte di consigli di amministrazione, assumere cariche di presidente, vicepresidente, amministratore delegato, consigliere delegato, amministratore unico, e direttore generale nonché assumere incarichi di consulenza, fatti salvi quelli di carattere specificamente tecnico-operativo, relativi a progettazioni o collaudi, in imprese operanti nel settore degli armamenti”.

Il conflitto sembra evidente così come lo era con il presidente precedente, Gianni De Gennaro, che passò dalla direzione del Dis, il coordinamento dei servizi di sicurezza, alla presidenza di Leonardo con un intervallo di un anno e due mesi trascorsi al governo.
Chi, tra i vari ministeri, ha seguito il dossier nega che il governo abbia in qualche modo violato la legge che riguarda dipendenti nell’esercizio di funzioni amministrative e non è questo il caso del direttore dell’Aise. La Rete precisa anche che nella documentazione ufficiale redatta dall’Uama, l’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento, si fa precisa menzione dell’Aise, indicato come uno dei destinatari della domande sia pure in forma consultiva (è l’Annesso A della “Nota esplicativa sulle trattative contrattuali” del 13 febbraio 2017).
“ASSUMENDO la carica di presidente di Leonardo – continua Vignarca – il generale Carta passerebbe a svolgere un ruolo di ‘promotore’ di quelle operazioni che, da funzionario dei Servizi, era finora stato chiamato a definire”. Da qui il possibile conflitto di interessi. “Ma quel documento chiede alle aziende solo di informare l’Aise, le ragioni sono evidenti” spiega una fonte ministeriale vicina al dossier.

La polemica
Un documento chiama in causa l’Aise, ma fonti ministeriali: solo per un’esigenza informativa