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Le (false) giustificazioni per la spesa militare

Nonostante rapporti di forza in Parlamento non sarà così facile per Governo (e fautori vari) concretizzare il “desiderato” aumento di spesa militare senza contrasto da opinione pubblica. Per cui, conoscendo i miei polli, ecco le “giustificazioni” pronte ad essere rilanciate…

“La spesa sociale e la spesa militare non sono in alternativa!”
Forse a livello concettuale no (e ci sono vincoli che non permettono di trasferirla tutta…) ma ovviamente con risorse finite date se metti i soldi in una cosa non li hai più (o ne hai di meno) per l’altra…

“La spesa militare non è un costo ma un investimento!”
Tutto da dimostrare, e comunque non vuol dire che si sa parlando di numeri astratti: sono soldi.In realtà è un gioco di parole (non si definisce nemmeno ambito semantico) per cambiare la “percezione”…

“La spesa militare conviene, ha ritorni economici!”
Un “evergreen”, ampiamente smontato da numerosi studi… Certo qualsiasi spesa pubblica ha minimo ritorno economico e occupazionale (anche solo fordista) ma il problema è la minore efficacia e convenienza rispetto ad altri comparti

“Aumento di spesa militare non è riarmo!”
Certo c’è anche parte in uomini ed esercizio (pure missioni militari…) ma in media 25% va in nuovi sistemi d’arma (addirittura 30% per Italia recente).Quindi più spesa militare significa di certo più contratti per l’industria delle armi

Nei prossimi giorni provate a cercare queste quattro linee di “giustificazione” per la spesa militare da parte di articolisti, opinionisti, commentatori, analisti, twitteri, produttori di commenti Facebook… non resterete delusi!

Qualcosa è già iniziato… #VedoPrevedoStravedo

 
 
 

Questo articolo fa parte della categoria “thread”, cioè di quei testi sviluppati come messaggi concatenati per Twitter ed utilizzati poi sugli altri miei social media. Schede informative semplici, con rimandi utili e con l’obiettivo di portare informazioni immediate su temi di attualità e di interesse vario.