home Parole e notizie, Thread A Ghedi il primo F-35 italiano che potrà bombardare con armi nucleari

A Ghedi il primo F-35 italiano che potrà bombardare con armi nucleari

Oggi in molti si “esalteranno” (verbo non scelto a caso, perché si tratta di istinti e non razionalità) per l’arrivo a Ghedi del primo cacciabombardiere F-35 che l’Aeronautica Militare destina al gruppo dei “Diavoli Rossi” nell’ambito del 6° stormo (avete notato? sempre soprannomi aggressivi… ma poi alcuni hanno il coraggio di definirli investimenti di pace…). Anche la livrea di coda sarà speciale, comprendendo anche il simbolo di questo gruppo di volo.

Ma perché tanta attenzione? Perché tanta importanza (reale, come si capirà da quanto sto per scrivere) deriva da qualcosa che – ne sono davvero convinto – in realtà in molti non sono in grado di cogliere in tutta la gravità del proprio impatto. Perché il gruppo dei “Diavoli rossi” è quello destinato a mantenere attiva e operativa la cosiddetta “capacità non convenzionale” della nostra Aeronautica. Uscendo dagli eufemismi militari della Difesa: in questo gruppo ci sono coloro che si addestrano ogni giorno a portare sui propri aerei e a “dispiegare” le bombe con testate nucleari presenti a Ghedi.

Lo ripeto, perché sia chiaro: ci sono piloti e aerei italiani che ogni giorno impiegano tempo, risorse e capacità nell’esercitarsi a bombardare con i più potenti e inumani ordigni mai costruiti dall’uomo. In particolare, si tratterà in questo caso della nuova versione B61-12 trasportabile via aereo che sarà non più solo a caduta gravitazionale balistica ma possederà un nuovo sistema di coda che ne garantirà guida e direzionabilità in un raggio finale di errore di circa 30 metri… e con una potenza “low-yeld” regolabile da 0,3 – 1,5 – 10 e 50 kiloton (quella dell bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki era di circa 20 kiloton).

Molta gente dunque festeggerà la capacità del nostro Paese di fondare un pezzo della propria sicurezza sulla capacità di minacciare un eventuale nemico con un’arma che non si può non definire genocida, perché progettata per cancellare dalla faccia della Terra intere città in pochi minuti, e con esse centinaia di migliaia di vite (per non parlare delle conseguenze successive per il fall-out radioattivo). Ad alcuni, dunque, pare accettabile o ancora di più auspicabile (da festeggiare) che un’Italia che dovrebbe basare le proprie scelte politiche e di relazione con altri popoli su principi di Pace e democrazia stia invece impiegando pensiero, strategie e fondi per una falsa sicurezza basata su ricatto e violenza minacciata.

Io non lo accetto. Io non voglio che il mio futuro e quello dei miei cari e della mia comunità abbia queste come fondamenta… e per tale motivo sarò con tante amiche e tanti amici di tutto il mondo a Vienna in occasione della “nuclear ban week” e della prima Conferenza degli Stati Parte del Trattato TPNW, la prima norma internazionale di messa al bando delle armi nucleari.

Perché il mondo ha urgentemente bisogno di un piano realistico e pratico per liberarsi di queste armi, non di “feste” per cacciabombardieri nucleari…


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