home Parole e notizie Caso armi in Yemen: «È un’ordinanza che blocca tutto, ma la violazione delle norme c’è stata»

Caso armi in Yemen: «È un’ordinanza che blocca tutto, ma la violazione delle norme c’è stata»

Intervista per Avvenire, a seguito della decisione della GIP di Roma di archiviazione dell’azione legale (promossa anche da Rete Pace Disarmo) sull’invio di armi italiane ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, che le hanno poi utilizzate in attacchi su civili in Yemen.

Vignarca (Rete pace e disarmo): lo ha ribadito anche la gip. La legge 185 inapplicabile? Allora aboliamola e smettiamola di dirci quanto siamo civili e democratici

Siamo amareggiati per questa ordinanza che archivia tutto. Il cavillo legale è stato individuato, ma d’ora in poi nessuno potrà dire che siamo noi a vedere violazioni delle norme che dovrebbero regolare il commercio di armi. Ci sono state e stavolta lo ha scritto un giudice. Comunque è un risultato importante». Francesco Vignarca, responsabile delle campagne di Rete italiana pace e disarmo, ha lavorato per anni insieme alle Ong tedesca e yemenita per a dare giustizia a chi ha visto i propri familiari ammazzati da bombe made in Italy. L’ordinanza della Gip ora archivia tutto.

La legge 185 del ‘90, e dal 2014 il Trattato internazionale Att, vietano l’export bellico a paesi in guerra. Inapplicabili, a quanto pare.
A questo punto mi verrebbe voglia di dire che è il caso di abolirla questa legge. Però prendo atto che, proprio nella stessa ordinanza che blocca tutto, che realizza un diniego di giustizia, che impedisce l’accesso a un dibattimento, la Gip ha ribadito come era già evidente dai documenti raccolti dalle indagini che le violazioni delle norme ci sono state. Se è stata violata l’Att, è stata violata in automatico la 185, che di fatto è il recepimento “in anticipo” dell’Att.

Violazioni, ma senza conseguenze.
Già da anni si faticava a leggere la relazione annuale al Parlamento della 185, duemila pagine sempre più opache, prive di tabelle per dire cosa si autorizza. Ed è sempre la giudice a dire che, dal punto di vista procedurale, l’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento (Uama) ha fatto tutti i passi necessari, e scrive che «a seguito degli interventi dell’Onu e poi del Parlamento Europeo, delle interrogazioni parlamentari e delle denunce delle Ong, l’Uama era certamente consapevole del possibile impiego delle armi vendute dalla Rwm all’Arabia nel conflitto in Yemen a danno di civili, tanto che ha adottato un atteggiamento cauto e prudenziale a a partire da maggio 2016». Uama sapeva di autorizzare esportazioni di armi a un paese in guerra. Ma poi l’ordinanza afferma che Uama, se ha ricevuto i pareri, deve in automatico autorizzare.

E allora qual è il compito di una autorità, l’Uama, indipendente dal governo?
Se il direttore di Uama deve solo ratificare pareri, basta un notaio. La Gip cita il direttore di Uama per dire che il procedimento amministrativo dell’autorità è complesso e richiede una molteplicità di pareri, quindi la firma finale è un atto dovuto che attesta la regolarità della procedura, senza discrezionalità. Non è così. La Gip prende per buono quanto dichiara l’indagato.

La 185 nacque proprio su pressione della società civili, per sottrarre le armi alle valutazioni politiche.
Fu una campagna partita proprio dal mondo cattolico. Padre Alex Zanotelli e padre Eugenio Melandri pubblicarono la stessa copertina su Missione oggi e su Nigrizia: “Spadolini piazzista d’armi”. Per denunciare che allora era il ministro della Difesa ad autorizzare le esportazioni solo su base politica. Vogliamo tornare a quegli anni? Aboliamo l’Uama, aboliamo la 185, torniamo all’epoca in cui le esportazioni di armi si decidevano sulla base di criteri di opportunità politica, alleanze, equilibri. Abbiamo un Trattato che in tutte le sedi internazionali diciamo quanto sia importante. E che si deve vergognare chi non lo firma, come Putin.

Perché penalizzare le industrie italiane? Vendiamo armi anche alla Russia…
Se è una questione politica, puoi vendere a tutti, cosa che spesso l’Italia ha fatto e abbiamo sempre denunciato le violazioni dello spirito della 185. Ma se non ci sono conseguenze nemmeno di fronte a una denuncia con prove di una strage di civili con armi italiane, non sarà mai possibile applicarla. Smettiamo di riempirci la bocca dicendoci quanto siamo avanzati, civili, democratici.

Avete in mente altre azioni legali?
Stiamo valutando di ripartire proprio dalle violazioni del trattato, come ha scritto la stessa Gip.